Il territorio

Il territorio – la valle del Dolo

Fra i torrenti “minori” (lasciando la qualifica di maggiori all’Enza e al Secchia), il Dolo è tra i più importanti. Per il valore ambientale e paesaggistico, per l’abbondante portata d’acqua (almeno nel tratto superiore), per il fatto, infine, che segna il confine tra le province di Reggio Emilia e Modena, da Civago fino alla confluenza con il Secchia a Cerredolo, che non è breve tratto.
La valle del Dolo è stata anch’essa luogo di transito, soprattutto per le popolazioni locali che avevano necessità di commerciare con la Toscana. Che si trattasse comunque di una direttrice di una certa importanza lo testimoniano i numerosi castelli, rocche e torri che nel medioevo ne controllavano il percorso. Di essi, perlopiù, ci sono giunti solo ruderi o addirittura neppure quelli. La valle aveva il suo sbocco nel passo delle Forbici, oggi non più percorribile dal normale traffico automobilistico, ma un tempo frequentato anche da numerosi pellegrini, come testimoniano gli ospizi per i viandanti che si trovano su entrambi i lati del valico. Poi, gradatamente, prese il sopravvento la strada che, dal lato modenese, porta a San Pellegrino in Alpe, con la riduzione del passo delle Forbici a un percorso locale per i pastori. (www.appenninoreggiano.it).

La rocca di Montefiorino

A pochi chilometri di distanza dal Podere vi sono diversi luoghi interessanti per chi intendesse passare un po’ di tempo fra questi monti, il primo fra tutti è rappresentato dalla Rocca di Montefiorino.
La rocca di Montefiorino si colloca sulla sommità del colle sul quale anche il paese sorge: si tratta di un massiccio quanto interessante edificio al quale le numerose distruzioni e ricostruzioni succedutesi attraverso i secoli non hanno tolto il carattere ed il fascino del castello medievale, accresciuto dalla posizione a dominio delle valli del Dolo e del Dragone.
Il suo primo nucleo, il cui elemento principale, la torre, esiste ancora e si conserva in buono stato, dovrebbe risalire al XII secolo (1170), ed essere stato realizzato dai principali feudatari degli abati di Frassinoro – i Montecuccoli – come centro di controllo sul territorio settentrionale delle Terre dell’Abbadia.
Nel secolo successivo ed in concomitanza con il periodo di massimo espansionismo verso la montagna del comune cittadino di Modena, gli abati frassinoresi ed i Montecuccoli diedero vita ad un deciso potenziamento della vecchia fortificazione (1230 c.a.): in un primo tempo essa venne dotata di un nuovo palazzo-torre residenziale e poi, dopo essere stata per la prima volta occupata e danneggiata dalle truppe modenesi, nuovamente potenziata (1245 c.a.) con la costruzione del cassero esterno rafforzato da due torri. (www.comune.montefiorino.mo.it)

La via matildica del Volto Santo

Un itinerario lungo 284 chilometri che attraversa in 11 tappe (con 3 varianti) il territorio di 3 regioni  italiane (Lombardia, Emilia, Toscana) ricche di cultura, tradizioni, paesaggi.

Da Mantova a Lucca passando per Reggio Emilia.
Dalle pianure del Po, attraverso le colline e montagne del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, fino alle valli della Garfagnana.
Un cammino alla scoperta dei territori di Matilde di Canossa da affrontare nella sua interezza oppure suddiviso nei suoi tre tratti storici:

  • la Via del Preziosissimo Sangue (da Mantova a Reggio in 3 tappe);
  • il Cammino di San Pellegrino (da Reggio a San Pellegrino in Alpe in 5 tappe);
  • la Via del Volto Santo (da San Pellegrino in Alpe a Lucca in 3 tappe)

www.viamatildica.it


Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza Italiana

All’interno dei locali della Rocca è ospitato il Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza Italiana .
 Il Museo nasce dalla volontà di perpetuare e attualizzare le memorie, la conoscenza e il lascito ideale della lotta di liberazione attraverso un allestimento moderno, arricchito dalle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dalle più avanzate strategie espositive, ma non per questo insensibile alla tradizione e alla specificità dello spazio fisico (la rocca medievale) e dei luoghi (la zona libera) in cui il Museo si colloca. In continuità con la precedente struttura, inaugurata nel 1979 e rivista nel 1996, il nuovo allestimento si propone come strumento privilegiato di sensibilizzazione e formazione storica per le generazioni emergenti. Il percorso è ovviamente incentrato sulla straordinaria esperienza della “Repubblica partigiana” del 1944, con le sue eccezionali implicazioni militari, politiche e sociali.
www.resistenzamontefiorino.it

La rupe del Calvario

La rupe del Calvario, spesso chiamata Monte Calvario, è una delle più suggestive emergenze naturali delle Valli del Dolo e del Dragone. Un’antica formazione ofiolitica che svetta verticalmente attraverso i boschi che sovrastano il Torrente Dragone.
L’affioramento roccioso del Calvario rappresenta un elemento dalle caratteristiche singolari rispetto al contesto circostante e costituisce un importante testimonianza degli eventi geologici che hanno segnato profondamente la storia della Terra.
Nel 2014 è stato realizzato un itinerario ecologico-ambientale per far conoscere a studenti e turisti questa spettacolare area.  www.vallidolodragone.it

La via Bibulca

Il territorio offre anche antiche vie di comunicazione che oggi rappresentano dei percorsi che uniscono il fascino della storia al fascino della natura incontaminata.
Una di queste vie è l’antichissima Via Bibulca, larga come una mulattiera d’oggi, ma che per l’epoca era un vero stradone, che poteva essere percorsa addirittura da due buoi aggiogati.
Fu nominata già nel diploma carolingio del 781 con il nome di “Via Nova”, poi assunse altri pittoreschi nomi come “La Via dei Buoi” e “Via Imperiale”, fino a mantenere quello attuale, appunto, di Via Bibulca. L’apertura di questa via di comunicazione potrebbe risalire all’VIII secolo, a seguito della conquista longobarda dei territori appenninici della provincia di Modena. www.appenninoeverde.it

Le fonti di Quara

Una particolarità di questo territorio sono le fonti di Quara, si tratta di fonti di acqua a composizione clorurato sodica che sgorgano a temperatura costante di 21°. Sono utilizzate fin dall’epoca romana per scopo termale e successivamente fino all’epoca estense anche terapeutico. Il fenomeno è legato a scorrimenti sotterranei di acque che a breve distanza sul versante modense danno luogo al fenomeno della salsa di Macognano, che si intercetta sul raccordo Matilde Bibulca che sale a Montefiorino.

La pieve di Rubbiano

La pieve di Rubbiano fu edificata tra il 1100 ed il 1200 
Costruita con blocchi regolari e squadrati di arenaria,presentava tre navate terminanti in altrettante absidi. A fianco si innalza un elegante campanile a torre con bifore e ampi finestroni.

La prima menzione della sua esistenza risale al 882, anni nei quali era a capo di una parrocchia vastissima, che comprendeva anche i territori che poi, nel X e XI secolo formeranno le parrocchie di S. Maria di Polinago, S. Giulia dei Monti di Monchio e dell’Abbazia di Frassinoro. La chiesa oggi fa parte di un gruppo di costruzioni che comprendono anche la torre campanaria, la canonica, quello che forse è un battistero e gli edifici colonici vicini. L’edificio attuale non è la stessa costruzione nominata nel 882, ma è stata realizzata nel XII secolo e restaurata varie volte tra il 1662, quando ne venne arretrata la facciata di una campata.
Si tratta di un elegante edificio completamente in pietra, trinavato e triabsidato, dotato di transetto, ad orientamento liturgico, che conserva sia all’esterno che all’interno buona parte dell’apparato decorativo romanico, con lunette e capitelli figurati, e tracce di affreschi quattro – cinquecenteschi. www.vallidolodragone.it

Il sentiero balze di Malpasso

Il sentiero balze di Malpasso è una finestra aperta su un paesaggio mozzafiato. Aperto dal lavoro e dalla fatica di pochi volontari, il Gruppo Escursionisti Toanesi, affinché tutti possano ammirare e vivere una natura incontaminata, patrimonio sconosciuto ai più. www.toano.re.it ( foto CAI Carpi)

Il percorso sospeso sul rio Malpasso

La cascata del Golfarone

La cascata del Golfarone, si trova lungo il torrente Secchiello. L’acqua nel corso dei millenni ha scavato la roccia formando piccole piscine cristalline poco profonde. D’estate molta gente trova refrigerio nei suoi pressi. valdasta.it 

Ponte di Cadignano

Sul fiume Dolo, sorge un interessante ponte a schiena d’asino attribuibile al XVII-XVIII secolo, si tratta dell’unico esempio dell’Appennino reggiano.
Sulla sommità del ponte, al centro, è visibile una maestà ottocentesca in nicchia. www.comune.villa-minozzo.re.it